Il pianto del bambino: come gestirlo
Essere genitori non è affatto un compito semplice, soprattutto quando si ha a che fare con regole, capricci e pianti da parte dei bambini.
Le emozioni dei bambini non dovrebbero mai essere ignorate ma al contrario devono essere accolte e comprese per quanto possibile. Il pianto del bambino è una di queste: si tratta del primo strumento in assoluto che il bambino – fin da neonato – ha per comunicare e interagire.
Certo comprendere le motivazioni di tale reazione non è sempre semplice per un genitore, ancor più quando si è alla prima esperienza e quando il bambino è ancora neonato e non è in grado di parlare.
Una cosa è certa: quando il bambino piange vuole comunicarci qualcosa, sia esso un bisogno primario e fondamentale o un capriccio del momento e bisogna fargli capire che lo stiamo ascoltando.
Pianto del bambino: uno strumento di comunicazione
Come abbiamo già accennato il pianto è il primo strumento di comunicazione che il bambino ha a disposizione per comunicare con i genitori e in generale per esprimere qualcosa.
Il pianto cambia la sua connotazione in base all’età del bimbo e delle fasi della crescita. Quando è neonato il pianto è espressione di un bisogno fisiologico: la fame, il freddo, un dolore fisico, il sonno e la stanchezza.
A partire dai due mesi invece il bambino diventa più attivo nel rapporto con mamma e papà e inizia a comprendere che attraverso piccoli pianti e versi può attirare l’attenzione. Con la crescita si consolida anche la consapevolezza che il bambino ha di sé e del mondo esterno; di conseguenza si moltiplicano anche le ragioni che scatenano il pianto, rendendo più complessa ai genitori – e nel contesto scolastico anche a educatori e insegnanti – la gestione del pianto.
In realtà sarà il bambino stesso a comunicarci a parole le ragioni del suo pianto: può essere una cosa più oggettiva nel caso in cui il bambino sia caduto o si sia fatto male oppure un malessere soggettivo scatenato da un capriccio momentaneo.
Nel caso in cui il pianto sia sintomo di un bisogno primario è legittimo assecondarlo e cercare di calmarlo con dolcezza. Nel caso di un capriccio sarà il genitore a decidere come comportarsi; l’importante è sempre dimostrare di essere presenti e di essere propensi all’ascolto, facendo però capire che non possiamo accontentarli sul momento.
I nostri corsi per genitori a Milano: occasione di discussione sulla genitorialità
Quando abbiamo fondato Nido Scuola Clorofilla abbiamo pensato a un luogo in cui anche i genitori potessero sentirsi parte del progetto educativo proposto dal nostro nido-scuola di Milano. Volevamo proporci come punto di riferimento aperto a tutte le famiglie della zona come luogo di scambio e confronto sui temi delicati della genitorialità.
Per questo abbiamo pensato a dei corsi a loro dedicati presso la nostra struttura, tenuti da esperti del settore su argomenti specifici, al fine di aiutare mamme e papà nell’arduo compito di essere genitori.
Il nostro approccio pedagogico improntato alla relazione e all’ascolto coinvolge a 360° anche i genitori, i quali possono confrontarsi, condividere esperienze e scambiarsi consigli.